La cipolla di Tropea e la ‘nghiambara

Parliamo oggi di un prodotto di eccellenza calabrese, conosciuto in tutto il mondo: la cipolla di Tropea.

3700928005_11143a98ef_o

Cipolla Rossa di Tropea, foto a cura di Caterina Policaro [alcuni diritti riservati]

Contiene antiossidanti; previene l’infarto; è un sedativo naturale; favorisce la digestione; abbassa la glicemia. In più, la cipolla di Tropea (Indicazione Geografica Tipica e Indicazione Geografica Protetta) ha un gusto particolare, che la rende unica.

Viene coltivata in terreni umidi e freschi, sabbiosi e argillosi, a temperatura mite e costante: questo fa si che il suo sapore sia particolarmente dolce, sebbene con un leggero tocco piccante.

E’ denominata “di Tropea”, che è un meraviglioso paesino marittimo della provincia di Vibo Valentia, ma il Disciplinare allarga la coltivazione ad alcune località delle province di Cosenza e Catanzaro.

Nghiambara

E’ conosciuta da oltre 2000 anni. Introdotta dai Fenici e dai Greci, nel ‘700 viene citata in diversi resoconti di viaggiatori dell’epoca. Del tipo allungato da conservazione, venduta in trecce, o del tipo rotondo, da consumare fresco, è utilizzata in svariati modi nella cucina tipica calabrese: cruda, in insalata o strofinata sul pane casareccio, con un filo d’olio; in soffritti e frittate ; ripiena al forno, fritta in pastella, in padella con le patate, ovviamente silane (“patate ‘mpacchiuse”).

Il suo sapore particolare la rende adatta alla preparazione di confetture da consumare in accompagnamento a carni o formaggi.

Eccovi oggi una ricetta particolarmente adatta a gustare appieno il sapore della cipolla di Tropea: la “nghiambara”

Ingredienti:

  • una grossa cipolla di Tropea,
  • 150 gr. di farina,
  • 150 ml. di acqua,
  • sale,
  • olio per friggere.

Sbucciare ed affettare la cipolla.

Farla appassire in padella, aggiungendo un poco di acqua (non deve colorire).

Preparare una pastella fluida con farina, acqua e sale. Asciugare bene le cipolle e mescolarle alla pastella.

Riscaldare l’olio in un padella larga (la ‘nghiambara deve essere piuttosto sottile) e versarvi la pastella con le cipolle. Appena cotto un lato, girarla come una frittata e completare la cottura.

All’ultimo momento, se si vuole, si può aggiungere una spolverata di pepe oppure di pecorino grattugiato.

Proponetela tagliata a quadrotti in un buffet fingerfood, magari accompagnata da un cubetto di pecorino fresco poggiato sopra la nghiambara quando è ancora calda, in modo che si sciolga appena.

Altre ricette su EatParadeBlog.

 

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>