Santa Severina, una “nave” di bellezza tutta da scoprire.

Chi si reca a Santa Severina, per visitarne il maestoso castello, che sovrasta la nave di pietra, e non si guarda intorno curioso, si perde un mondo, un’infinità di tesori che il borghetto, tra i più belli d’Italia gelosamente custodisce.

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Noi di Scopri la Calabria, ora lo sappiamo bene e conserviamo un vivo ricordo di cosi tanta bellezza tutta insieme che abbiamo potuto percepire nella scorsa visita domenicale del paesino crotonese.

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Non perchè il magnifico maniero possa mai passare in secondo piano, ma semplicemente perchè oltre la storia, le casate, i diversi insediamenti che hanno modificato nel tempo l’architettura di questo manufatto, la nave di pietra racchiude tesori legati alla Chiesa di inestimabile interesse.
Un vero e proprio tracciato di edifici di culto, che vale la pena percorrere, per meglio comprendere le unicità storico-religiose del borghetto crotonese.
In questo tour gli scout domenicali di Scopri la Calabria sono stati proprio fortunati, perchè hanno seguito un Cicerone d’eccezione, il professore Pino Barone, appassionato ed esperto dei tesori di Santa Severina che insieme a tutta la cooperativa Aristippo ci ha accolto e accompagnato. Dopo aver ammirato le secolari sale, i ritrovamenti, le catacombe di una delle più antiche fortezze meglio conservate del Meridione, abbiamo fatto qualche risata visitando  il museo delle strane torture Medievali allestito nel castello.

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Quando pensavamo di aver finito il Prof. Barone, ci ha introdotto attraverso la raffinata Piazza Campo, da sempre palcoscenico di cotanta superbia storico-architettonica, e che da sola, con la sua storia astrale intrisa nella pavimentazione e i suoi angoli di belvedere, fu premiata alla Biennale di Venezia.
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Per giungere al Museo Diocesano, ubicato nel palazzo che dal XI secolo fu la residenza arcivescovile e che conserva gli oggetti preziosi , i dipinti, i documenti storici, tra i quali alcune pergamene preziosissime che richiamano addirittura alla strana pratica delle indulgenze,  appartenuti alla storia di tutta l’Arcidiocesi.
E’ un contenitore ricco e articolato, che si presenta ai visitatori attraverso pannelli didattici e ricostruzioni fedeli della storia della Chiesa e come una grande vetrina delle maestranze orafe e artistiche locali e non.
Al termine ci siamo recati presso il piccolo gioiellino della piazza: il Battistero, edificato prima dell’anno Mille, rappresenta l’unico monumento bizantino a pianta circolare con quattro pendici, almeno in Italia, nonché il più antico monumento ecclesiastico di tutta la Calabria, eretto su otto colonne tutte diverse in granito, che sorreggono la cupoletta ad ombrello e celano qualche sprazzo superstite di affresco bizantino, e in mezzo la fonte battesimale.
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Ed eccoci poi nella decoratissima Cattedrale di Santa Anastasia eretta alla fine del 1200, che conserva ancora nella facciata e nel portale tratti medievali, mentre negli interni ricorda la Chiesa del Ritiro di Mesoraca, specie nell’altare maggiore fatto con marmi policromi e negli elementi lignei, tranne che per il pregevole Crocifisso ligneo del XV secolo, che sembra riportare vagamente ad uno stile Carioca, contrastante con i canoni Giotteschi di gran parte dei crocifissi che siamo abituati a vedere.
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Purtroppo all’uscita dalla Cattedrale la nostra passeggiata nel tempo e nella bellezza di questo luogo, è stata interrotta da una fastidiosa pioggerella che ci ha impedito di visitare la splendida chiesetta di Santa Filomena, quella di Santa Lucia, dell’Addolorata e i grandiosi affreschi del Convento di Sant’Antonio; ma noi di ScoprilaCalabria non demordiamo, perchè siamo sicuri di ritornare presto a Santa Severina, per perderci di nuovo nelle sue viuzze, nei suoi panorami, tra le sue mura cosi intrise di storia e bellezza, intrise di significati tutti da scoprire.

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